IO e BERSCA di Maria Suppa

IO E BERSCA, 
dedicato a chi ha il coraggio di combattere contro i pregiudizi e le avversità che la vita quotidianamente offre.

IO E BERSCA nasce in una domenica uggiosa, precisamente il 20 novembre 2011, poco prima dell'ora di pranzo. Avevo deciso di non scrivere più questo mio racconto o forma di protesta e di speranza, dopo che alcune anime perfide si erano impossessate del mio "vecchio" pc, rubando anche quei pochi capitoli di una storia che voleva essere questa. Quella mattina invece, sentivo la presenza di Bersca accanto e  il suo fiato sul collo. Dovevo scrivere e subito iniziai a farlo. Lavorai notte e giorno, tra silenzio o  musica di sottofondo e tra un'acconciatura o un taglio, nel mio salone di bellezza misi fine a quel romanzo, il 24 gennaio dell'anno dopo. Era primo pomeriggio quando contro la mia volontà e con le lacrime agli occhi decisi che era arrivato il momento del distacco, di concludere quello che per me non era solo un manoscritto ma un insieme di confessioni, di gioie e dolori, rabbia e passioni, delusioni e altre forme di emozioni, di tante anime che con me si erano raccontate e che mi avevano fatto capire quello che prima non riuscivo a vedere. Ho capito che giudicare è una forma assurda di paura personale che nessuno vuole ammettere ma siamo tutti creature imperfette e sole, con un'unica passione che ci può salvare, l'amore.
E' ironico all'inizio, con Bernarda che si vergogna del suo nome e che si fa chiamare Bersca per iniziare ad essere migliore, come la vita ci vuole. Non si piace neanche nelle sue forme così generose e lontane da quei modelli standard proposti continuamente ovunque e in ogni modo, quasi a voler dire che di bello c'è solo quello mentre il resto può essere, e a volte, solo passabile. Lotta contro un amato Dio supplicandolo di concedergli, nonostante tutto, un suo amore, da poter anche lei esibire come succedeva di norma ai suoi simili. Ma se anche l'Onnipotente si rifiuta di ascoltare, bisogna reagire ed escogitare un sistema che ci faccia gioire, e Bersca, mente "malata", non  fa altro che perdersi nei suoi sogni, dove riesce ad essere come lei vuole e ad amare, godere e partorire senza che mai nella realtà avesse fatto l'amore. Il suo Luca, uomo reale, che non la degna di un minimo sguardo, diventa il principale protagonista del suo sogno. Ma la vita è altro e con uno sputo in faccia sveglia Bersca e la tormenta, facendola sprofondare nella depressione e nella voglia di morire. Non poteva solo campare di bei sogni e vivere poi di soli tormenti. Accanto a lei, a darle aiuto, solo due anime belle, che fino ad allora Bersca, aveva saputo solo giudicare con disprezzo per la loro poca bellezza fisica e il carattere introverso e scontroso. Solo guardandole meglio poté vedere e capire che in quelle due persone lei si identificava e sicuramente non era migliore. Aveva dinnanzi ai suoi occhi due creature dello stesso sesso, che volevano amarsi e per la vita stare assieme e rispettarsi, ma gli altri non approvavano e dovevano nascondersi per paura di giudizi sgradevoli e di essere incompresi. Come non si può capire che l'amore è per tutti? ...e non ci sono regole o distinzioni di sesso e colore, ma solo amore, quello bello e puro che fa stare bene! Arrivò quel giorno tanto voluto e il cuore di Bersca godeva di piacere, ma furono solo botte e dolore, date da un uomo malato di solitudine e di frustrazione. Riuscì a scappare Bersca da quelle mani che la volevano ammazzare. Riuscì a farlo condannare, nonostante un padre padrone (che voleva difendere quel figlio demente), la volesse comprare con tanto denaro per farla tacere. Aveva pensato a quella canzone Bersca mentre strappava l'assegno dato:  "dagli occhi di una donna puoi scoprire tutto quel che vuoi, ma solo quello che lei ti concederà". La musica l'aveva salvata. Si era aggrappata ad essa in quel brutto periodo, come se fosse l'unica speranza e l'aveva imitata. Poteva farcela e l'aveva dimostrato a tutti, facendo vedere quei lividi e segni che ormai avevano macchiato la sua pelle e sporcato la sua anima che si ribellava e non voleva più tacere e stare a guardare. Cambiò decisamente vita, Bernarda o Bersca, non aveva più importanza il suo nome. Aveva capito chi era e cosa poteva fare, con la voglia di vivere e mai mollare. Scrisse il libro della sua vita per poter aiutare altre anime in pena e poterle magari salvare come la musica aveva fatto con lei.

In sintesi questa è la storia di questo mio romanzo che fa ridere e piangere allo stesso tempo e riflettere soprattutto. IO E BERSCA è contro la violenza (che sia verbale, fisica o di pensiero, è sempre violenza che fa stare male), contro l'omofobia e contro ogni tipo di razzismo e pregiudizio. E' un libro per la vita, quella bella, quella che tutti meritiamo e che dovremmo con tutte le nostre forze, riuscire a vivere..
perché nella vita siamo tutto o siamo niente.... siamo quello che vogliamo essere! 

Buona lettura e buona vita! 
                                                                                                                             
 Maria Suppa.














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